la scorsa settimana si è svolto il primo incontro tra Categorie e Ministero propedeutico alla formazione del calendario 2025.
Avete letto bene, non è un errore di battitura, parliamo proprio delle idee alla base del programma di corse del prossimo anno e lo facciamo con sei mesi di anticipo rispetto alla sua nascita. Non voglio andare a cercare nel passato remoto, ma certamente un simile anticipo non si è mai visto negli ultimi venti e passa anni. Anzi, il più delle volte avveniva il contrario, cioè si era costretti a procedere in regime di prorogatio nei primi mesi e poi si pubblicava il nuovo calendario.
Quest’anno si cambia e questa già di per se è una notizia molto positiva per il nostro settore.
Riuscire ad arrivare in autunno alla pubblicazione di un calendario definitivo aiuterà enormemente gli operatori, soprattutto allenatori e proprietari, che potranno studiare e valutare al meglio le scelte da effettuarsi. Tutto questo porta con se anche a una maggiore responsabilizzazione del settore nel suo complesso, perché non ci si potrà più nascondere dietro eventuali scelte forzate o subite per via del poco tempo a disposizione.
Il tempo c’è e pure la disponibilità a confrontarsi da parte delle Istituzioni. Ovviamente, visto che le scelte sono responsabilità della Politica (che oggi gestisce in toto l’ippica), le decisioni finali, su quali proposte è giusto accogliere e quali invece dovranno essere rigettate o rinviate a un prossimo futuro, saranno di pertinenza del team capitanato dal Direttore Chiodi, ma sono abbastanza certo che a fronte di proposte concrete e attuabili, la disponibilità a venire incontro da parte delle Istituzioni sarà massima.
Nello specifico possiamo evidenziare la presenza di due principali obiettivi da raggiungere attraverso la redazione del calendario 2025: ottimizzare le risorse disponibili e incrementare il montepremi medio per corsa.
Queste due finalità (sacrosante) verrebbero raggiunte attraverso alcune proposte ministeriali definite nelle loro linee generali: innanzitutto la riduzione, di pochi punti percentuali, del numero di giornate di corse. Il 2025 vedrebbe così un totale di circa 1200 giornate, di cui 400 al galoppo. Rispetto a quanto previsto per il 2024 vorrebbe dire una riduzione di 22 unità.
Tale proposta è a mio parere molto condivisibile in linea generale, a livello pratico ritengo che tale cura dimagrante debba però avvenire in maniera non lineare, ma seguendo una serie di ragionamenti che puntino a sfruttare questa riduzione per creare un valore più che proporzionale al solo incremento del montepremi che verrebbe spalmato su un numero di corse più basso.
Ovverosia, come diciamo da tempo, non possiamo non considerare che oggi abbiamo convegni che non producono abbastanza valore, che sia in termini di volume di gioco, piuttosto che di spettacolo per il pubblico che li fruisce, in ippodromo o da remoto. Penso ad esempio ai convegni da 5 corse, una soluzione alla quale si è giunti per cercare di evitare di diluire troppo il montepremi, ma una soluzione che troppo spesso vediamo come svilisca il prodotto che offriamo e questo perché un numero così basso di prove non incentiva la trasferta. Se parliamo di serali in ippodromi periferici potrebbe essere anche una soluzione ancora in alcuni casi accettabile, ma in ippodromi metropolitani che vanno rilanciati sono una scelta autolesionista. Piuttosto togliamo qualche giornata in più rispetto a quanto previsto inizialmente, ma creiamo le condizioni perché le giornate rimanenti siano ben costruite, magari con 7 corse in programma e quindi invoglino le trasferte, anche da lontano. Così come non ha senso proporre giornate dove le corse per PSI sono giusto un paio, magari inserite per evitare polemiche rispetto alla maggioranza di corse per AA e PSA.
Quindi se devo fare una riflessione, che ad oggi non può che essere generale, mi viene da dire: ben venga una piccola cura di dimagrante di giornate, ma aumentiamo il numero medio di corse per giornata. I risparmi sui costi per organizzare la giornata potrebbero essere girati a montepremi e quindi la finalità di aumentare il montepremi medio per corsa verrebbe raggiunta e inoltre avremmo sicuramente un miglioramento del prodotto corsa e quindi un aumento delle scommesse. Due piccioni con una fava.
Altra piccola proposta a costo (quasi) zero, legata alla precedente: facciamo pagare le iscrizioni. Questa non solo è una proposta che portiamo avanti da tempo, ma è una scelta di serietà. Con un piccolo fee di ingresso, proporzionato al valore del premio, otterremmo un aumento della dotazione delle corse – nel caso delle corse di routine risulterebbe un aumento nemmeno così marginale – e inoltre avremmo una maggiore trasparenza e di conseguenza faciliteremmo il compito degli handicapper.
Tornando alle proposte ministeriali, sono d’accordo con la struttura presentata che punta a una distribuzione territoriale omogenea e che eviti la sovrapposizione tra ippodromi limitrofi e non mortifichi alcune parti del Paese.
Così come mi trovo in totale sintonia con la scelta di sfruttare al massimo lo spazio orario pomeridiano e preserale (fino alle 20.00) anche in inverno, cosa che avviene anche all’estero. Altrettanto giusta trovo la volontà di cavalcare ancora il lunedì con un campo in attività.
Per quanto concerne nello specifico il galoppo presumo sarà non facile riuscire a programmare per i mesi di gennaio e febbraio per tutte le settimane, dal martedì alla domenica, almeno un campo. Penso che al fine di massimizzare le risorse e fornire, ancora una volta, un prodotto spettacolare e “giocabile”, sarebbe preferibile concentrare maggiormente il numero. Ma parliamo di soluzioni ad hoc che andranno studiate più avanti e certamente dopo che verrà approvata l’impostazione generale.
Sempre per massimizzare l’allocazione delle risorse al galoppo si dovrà per forza di cose prevedere una rimodulazione delle risorse a disposizione per tornare a un sano equilibrio tra montepremi destinato ai PSI e montepremi per le altre razze. Questo, lo ripeto per l’ennesima volta, non per dare contro ad altri, ma per fornire il giusto ritorno a chi si sobbarca la maggior parte del lavoro (e degli investimenti) all’interno del comparto e che per esempio dovrà, se confermato dal Ministero, proporre tre prove TQQ a settimana, uno degli aspetti che dovranno formare la base per il rilancio del nostro sport.
In conclusione, rinnovo i complimenti al team Ministeriale sia per la scelta di partire con largo anticipo sia per lo schema generale che condivido in pieno. Invece quanto a Voi, amici e soci, Vi invito a scrivermi le Vostre idee e proposte riguardanti questi temi.
Parlate adesso o tacete… non per sempre, ma fino al prossimo anno sì.
Un caro saluto,
Presidente U.P.G.